Con la circolare 14 del 2019, l’INPS fornisce dettagli e chiarimenti sulla rivalutazione definitiva delle pensioni erogate nel 2019 e sulla rivalutazione che verrà applicata sui trattamenti pensionistici nel corso del prossimo anno. Si tratta di una circolare esplicativa, che in qualche modo “accompagna” il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze dello scorso 15 novembre.
Confermate le percentuali di rivalutazione del 2019, fissate definitivamente all’1,9%. Si tratta dello tesso valore stabilito lo scorso anno dal Ministero e, quindi, non ci sarà alcun conguaglio di fine anno a favore dei pensionati. Le notizie più interessanti, però, riguardano le percentuali di rivalutazione del 2020 e le modalità con le quali verrà applicata alle varie fasce di reddito.
L’Istituto di previdenza conferma che la percentuale di rivalutazione delle pensioni 2020 è dello 0,4% rispetto ai valori medi 2019. Come sempre, nel corso dell’anno verrà effettuata una valutazione se la percentuale calcolata è congrua con l’aumento del costo della vita e, nel caso, verrà effettuato un conguaglio.
Nella circolare INPS vengono specificate le modalità con le quali la rivalutazione verrà applicata alle varie fasce di reddito individuate dallo stesso Istituto di previdenza. Innanzitutto, l’INPS individua in 515,07 euro l’importo minimo della pensione lavoratori dipendenti e autonomi per il 2020. Si tratta di un valore molto importante, perché utilizzato per calcolare le modalità di applicazione della rivalutazione.
In particolare, nel 2020 le pensioni erogate dall’INPS saranno rivalutate nella maniera che segue:
Nella stessa circolare sono specificate anche le date di pagamento delle pensioni nel 2020. La data può variare a seconda che l’accredito venga fatto su conto corrente postale o bancario.
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